Cumano Salvatore | Personaggio legato al fervore per le novità d’oltralpe seguite allo scoppio della Rivoluzione Francese. Salvatore Cumano ed i Vaccarizzioti, non essendo riusciti a liberarsi dal vassallaggio del Duca di Corigliano, dopo lo scoppio della rivoluzione, all’arrivo dei francesi, innalzarono l’Albero della Libertà. Allontanatisi i Francesi, le orde del Cardinale Ruffo, incaricate di riconquistare il Regno ai Borboni, il 17 marzo 1799, uccisero e pugnalarono barbaramente nel suo letto S. Cumano, dando alle fiamme la sua casa. La leggenda, scaturita dalla barbara esecuzione, narra che Salvatore Cumano morente, abbia appoggiato una mano sporca di sangue su una parete della sua camera da letto lasciando una impronta indelebile nel tempo. | Dramis Antonio | Nato a San Giorgio nel 1828, emigrò a Vaccarizzo Albanese dove morì nel 1905. Fu insignito di medaglia d’oro al valore militare per aver combattuto con i “Mille” fino al Volturno. | Aloisio Elmo | Erario del duca di Corigliano Calabro, istituì a Vaccarizzo, il “Pio Monte Laicale”, una sorta di casa della fanciulla. Con gran parte del suo patrimonio, infatti, costituì un fondo per la dote delle fanciulle povere di Vaccarizzo Albanese in età da marito. | Elmo Vittorio | Nato a Vaccarizzo Albanese nel 1924 - morto a Roma nel 1999. Storico e studioso di questioni inerenti alla storia e ai diritti della minoranza arbëreshe pubblicò: “Gli Status dell’arcipelago minoritario” – 1990, “Le idee dell’Illuminismo nel pensiero degli Italo-Albanesi” – 1992, “Pasquale Scura Ministro Arbresh” – 1994, “Proprietà e possesso nella società contadina arbëreshe. Genesi e trasformazione strutturale dei beni collettivi di Vaccarizzo Albanese” – 1997, “Le grandi anime della piccola patria arbreshe. Macchia, S. Cosmo, S. Demetrio, S. Giorgio, S. Sofia d’Epiro, Spezzano, Vaccarizzo” - 2003 | Librandi Vincenzo | Nato a Vaccarizzo Albanese il 7 marzo 1867. Studioso della lingua e delle tradizioni patrie, pubblicò a Milano: “Grammatica Albanese con poesie rare del Variboba” nella parlata di Vaccarizzo - 1897 - 1928 e “Albanese d’Italia” - 1927. | Antonio Scura | Nato a Vaccarizzo Albanese il 24 settembre 1872 - morto il 24 ottobre 1928. Fu maestro elementare, insegnante e Vice Rettore del Collegio di “S. Adriano” di San Demetrio Corone. Poeta, scrittore e cultore delle tradizioni arbëreshe pubblicò a New York: “Gli Albanesi d’Italia e i loro canti tradizionali” - 1912. | Pasquale Scura | Personaggio legato alle lotte risorgimentali per la liberazione del Regno di Napoli. Nato a Vaccarizzo Albanese il 24 Aprile 1791, fu avviato alla carriera giudiziaria e fu giudice in vari tribunali. Cadde in disgrazia per aver aderito al “Circolo Costituzionale Lucano” nel 1848 e per aver messo sotto accusa il prete Vincenzo Peluso, fanatico borbonico. In seguito a questi motivi politici venne destituito da ogni incarico e perseguitato, inoltre, per sfuggire al carcere fu costretto ad esiliare a Genova e poi a Torino. Dopo la vittoria dei Mille, rientrato in Calabria ricoprì vari ed importanti incarichi sotto il governo Garibaldi. Fu “Ministro Guardasigilli” e dettò la formula del Plebiscito di Annessione del Regno di Napoli al Regno d’Italia. Morì a Napoli il 13 gennaio del 1868. In sua memoria il paese ha intitolato una strada e la Scuola Media e nel 1911, sulla facciata principale di palazzo Cumano, allora sede del Comune, i Vaccarizzioti hanno apposto una lapide commemorativa. | Giuseppe Faraco | Nato a Vaccarizzo Albanese nel 1938 seguì gli studi di teologia presso il collegio italo-greco di Roma. Nominato parroco di San Demetrio Corone nel 1964, si distinse per la sua particolare dedizione all’esercizio pastorale oltre che come giornalista e promotore della cultura arbëreshe. Fu, infatti, fondatore della prestigiosa rivista culturale “Zjarri” (Il Fuoco), attraverso la quale fece conoscere ovunque la sua amata cultura arbëreshe. La rivista, che conobbe, dunque, grande popolarità non solo locale, fu di seguito affiancata dalla pubblicazione dei “Quaderni di Zjarri” (Radhonjtë e Zjarrit), divenendo in breve uno degli strumenti più importanti per la divulgazione della storia, della letteratura e della cultura arbëreshe. Oltre alla rivista fondò, anche, una delle più importanti biblioteche private del mondo arbëresh, la “Filomena Faraco”, dedicata alla sorella prematuramente scomparsa. Dopo anni dedicati con amore ed impegno all’insegnamento, morì improvvisamente il 2 novembre 1998. | Giorgio Marano | Nato a Vaccarizzo Albanese il 20-09-1927, dopo la maturità classica conseguita presso il Liceo di San Demetrio Corone frequenta il Seminario di Grottaferrata, ma lo scoppio della seconda Guerra Mondiale lo costringe ad abbandonare il Seminario. Rientrato in paese, consegue il Diploma Magistrale a Cosenza, insegnando presso le Scuole Elementari di Vaccarizzo. Per ben 42 anni, ricopre il suo ruolo di maestro con dedizione e competenza, contribuendo alla formazione culturale ed umana di intere generazioni. Sindaco dal 1955 al 1970, contribuisce al miglioramento socio-economico del paese. Negli stessi anni si dedica con passione all’insegnamento e in qualità di studioso della lingua, della storia e delle tradizioni del suo paese auspica l’intervento dell’autorità per l’inserimento dell’ insegnamento della lingua materna nelle scuole, ottenendo, infatti, dal Provveditorato agli Studi di Cosenza l’incarico che ricopre per ben otto anni. È in questo contesto che vanno ricordati: i due ciclostilati che raccolgono notizie storiche sul paese, regole grammaticali, favole versi e quant’altro riguarda la sua comunità, le sue collaborazioni con le riviste Zjarri, Zgjimi, Vatra, Katundi Yne, Jeta Arbëreshe, il suo rapporto con l’Università di Tirana, e i suoi interventi sulla rivista Djalektologjia Shqiptare. L’ultimo suo lavoro, “Vaccarizzo Albanese comunità albano fona della provoncia di Cosenza (dalle origini ai nostri giorni)” è stato dato alle stampe pochi mesi dopo la sua morte avvenuta il 9 gennaio 2008. Testo a cura di Bina Martino eSilvia Tocci Sportello linguistico comunale (L. 482/99 ann. 2003) | Bibliografia | Marano G., Pasquale Scura nel bicentenario della nascita (1791 – 1991), a cura di G. Marano del Circolo culturale “P. Scura”. | | |
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